SANDOKAN - Hugo Pratt


SANDOKAN
Hugo Pratt
Corriere della Sera

Hugo Pratt è, prima che fumetto, letteratura, storia pura. E questa è una storia nella storia.
Nel 1967 Hugo Pratt, che ha appena pubblicato Una ballata del mare salato per “Sergente Kirk” – mensile genovese a fumetti –, riprende la sua collaborazione con il “Corriere dei Piccoli”. Qui lo attende un progetto su testi del grande Mino Milani: la trasposizione in vignette dell’eroe salgariano per eccellenza, Sandokan.
Pratt comincia quindi a lavorare alla prima parte de Le tigri di Mompracem, realizza dei folgoranti bianco e nero (alla Milton Caniff, uno dei suoi “modelli” storici), ma presto si interrompe. Il fatto è che Corto Maltese, il disincantato gentiluomo di fortuna apparso in Una ballata del mare salato, già richiede tutta la sua attenzione.
Pratt si sposta in Francia e crea le prime avventure tutte incentrate su Corto Maltese per la rivista “Pif Gadget”. La sorte del Sandokan prattiano (in tutto 30 tavole) sarà quella di restare nel cassetto – o meglio, in uno scatolone – per ben quarant’anni. Fra traslochi e vicissitudini redazionali varie, se ne perderà ogni traccia. Fino al ritrovamento vero e proprio da parte dello sceneggiatore Alfredo Castelli (il padre di Martin Mystère), all’epoca anche lui impegnato al “Corriere dei Piccoli”.
Curata con grande scrupolo “filologico”, questa del “Corriere della Sera” è una riedizione del Sandokan dato alle stampe l’anno scorso da Rizzoli Lizard. Un allegato al quotidiano imperdibile per i (moltissimi) cultori di Hugo Pratt, con il grande merito di mettere a disposizione del pubblico delle edicole una rarità del mondo dei comics. Un Sandokan unico nel suo genere, non foss’altro che Pratt vi “ridisegnò” l’eroe di Salgari fuori da ogni iconografia nota: una “Tigre della Malesia” dai tratti finalmente – e inconfondibilmente – tipici dei mari del Sudest dell’Asia.

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